L’ADHD nell’adulto è una “diagnosi relativamente recente” (come dice Sandra Kooij) e come tutte le tematiche giovani c’è ancora tanto da scoprire, studiare e sistematizzare. Ovviamente, il rovescio della medaglia è che le evidenze empiriche sono ancora “poche” per quanto il numero di articoli pubblicati sul tema e di ricerche in corso sia in continua crescita.
Sulla base dei dati presenti, possiamo però dire che gli interventi psicoterapeutici, sia individuali sia di gruppo, abbinati alla terapia farmacologica risultano essere efficaci soprattutto per gli aspetti sintomatologici e di compromissione del funzionamento che persistono nonostante la terapia farmacologica (Ramsay, 2007; Safren, 2005; Solanto et al., 2008; Weiss et al., 2008).
Al di là dei singoli studi, diverse metanalisi (studi che combinano e confrontano i risultati ottenuti da più ricerche per ottenere dati quantitativi) sulla terapia cognitivo-comportamentale (CBT) per persone adulte con ADHD hanno ottenuto risultati che vanno nella stessa direzione evidenziando un miglioramento moderato nei sintomi e nel funzionamento autoriferito (Knouse et al., 2017; Young et al., 2020).
Anche due metanalisi su training cognitivi specifici e interventi sulle capacità organizzative (Scionti et al., 2020; Bikic et al., 2017) hanno riportato miglioramenti nelle funzioni esecutive e nei sintomi di disattenzione mentre altri lavori sulla terapia basata sulla meditazione (Zhang et al., 2018) e su interventi di training sulle abilità sociali (Storebø et al., 2019) non avevano riscontrato miglioramenti significativi.
Tutto questo come va interpretato?
Come indicato dalle linee guida NICE (2018), guardando le evidenze si potrebbe dire: la CBT funziona meglio delle altre terapie!
È vero, la terapia cognitivo comportamentale dalle evidenze in letteratura risulta la più indicata perché già esistono protocolli specifici validati per sviluppare strategie che consentono di ridurre l’impatto degli aspetti sintomatologici dell’ADHD nella vita quotidiana.
Ma… l’essere umano è complesso e ci possono essere altre dimensioni da prendere in considerazione al di là dei sintomi, come l’autostima, la rappresentazione di sé, i vissuti negativi e la difficoltà soggettiva nel riuscire a integrarsi in un mondo pensato per persone con un funzionamento neurotipico. Considerando il benessere come uno stato complesso che non è unicamente riconducibile all’assenza (o alla efficace gestione) di sintomi.
Nonostante la maggioranza degli studi sull’efficacia della CBT abbiano dato esito positivo non vuol dire che altre tipologie di psicoterapia siano meno valide o efficaci così come non è vero l’inverso, cioè che la psicoterapia a orientamento cognitivo comportamentale sia l’unica soluzione valida.
Bisogna tenere a mente due elementi:
- gli studi sulla CBT sono decisamente più numerosi degli studi su psicoterapie di altri modelli perché per la loro natura sono composte da protocolli più standardizzati e misurabili, quindi più facilmente impiegabili in studi di larga scala
- anni di studi sull’efficacia della psicoterapia – per tentare di rispondere al quesito “qual è il modello di psicoterapia più efficace in assoluto?” – non hanno prodotto nessun risultato che dimostra la superiorità di un modello terapeutico sugli altri
E quindi? Qualsiasi tipo di psicoterapia va bene per le persone con ADHD?
Sì e no.
Dalla mole di studi sull’efficacia della psicoterapia è emerso un dato importante: l’elemento principale che determina il successo di una terapia è la relazione che si instaura tra paziente e terapeuta.
Ma la relazione si inserisce all’interno di una struttura complessa, composta da elementi di contesto (che vanno dalla scansione oraria alle regole del setting, alle tecniche di intervento, alle modalità relazionali) che sono state pensate per la maggior parte della popolazione, che è composta da persone neurotipiche, e non tiene conto praticamente mai molto spesso del funzionamento delle persone neurodivergenti.
Per questa ragione è necessario che – a prescindere dall’orientamento teorico – la psicoterapia debba essere pensata e adattata al funzionamento delle persone con ADHD, per costruire un senso di tranquillità e sicurezza che costituisce la base per la creazione della relazione di fiducia che rende possibile la psicoterapia.
Immaginate di entrare in un negozio pensato per persone alte due metri: gli scaffali saranno altissimi e pur raggiungendo i ripiani più bassi quelli più alti vi saranno preclusi, così come vi sarà difficile trovare tutto quello di cui avete bisogno perché per via della vostra altezza non riuscirete ad avere una visione di insieme. Questo potrebbe farvi sentire frustratə nel non poter arrivare a prendere ciò di cui avete bisogno, oppure potrebbe farvi pensare che in quel negozio quello che vi serve non c’è, semplicemente perché è precluso al vostro sguardo.
Questo è come si potrebbe sentire una persona neurodivergente in un “normale” contesto di terapia.
Cosa deve esserci di diverso allora in una psicoterapia per persone con ADHD?
Alcuni ingredienti essenziali sono presenti per loro natura in ogni terapia (gli scaffali più bassi):
- la trasparenza e la chiarezza sul lavoro e gli obiettivi
- l’assenza di giudizio
- l’accoglienza e l’accettazione della natura della persona
Ma altri sono specifici e possiamo pensarli come delle scalette o degli ascensori che ci consentono di vedere anche i ripiani più alti:
- ricerca di modalità sostenibili per la persona per ricordare gli appuntamenti e i pagamenti
- assenza di regole eccessivamente rigide sulle regole della terapia (ritardi, assenze, compiti non svolti)
- adattamento dei protocolli ai tempi e le necessità della singola persona
- attenzione maggiore sulla strutturazione e sulla pianificazione dei compiti da svolgere
Ufficialmente non ha ancora un nome, ma potremmo pensarla come un approccio focalizzato sulla persona con ADHD, applicabile a qualsiasi modello terapeutico!
Bibliografia
Bikic, A., Sukhodolsky, D., & Dalsgaard, S. (2017). Organizational skills training for children with ADHD. European Psychiatry, 41(S1), S123-S123.
Knouse, L. E., Teller, J., & Brooks, M. A. (2017). Meta-analysis of cognitive–behavioral treatments for adult ADHD. Journal of consulting and clinical psychology, 85(7), 737.
Ramsay, J. R. (2007). Current status of cognitive-behavioral therapy as a psychosocial treatment for adult attention-deficit/hyperactivity disorder. Current Psychiatry Reports, 9(5), 427-433.
Safren, S. A., Otto, M. W., Sprich, S., Winett, C. L., Wilens, T. E., & Biederman, J. (2005). Cognitive-behavioral therapy for ADHD in medication-treated adults with continued symptoms. Behaviour research and therapy, 43(7), 831-842.
Scionti, N., Cavallero, M., Zogmaister, C., & Marzocchi, G. M. (2020). Is cognitive training effective for improving executive functions in preschoolers? A systematic review and meta-analysis. Frontiers in psychology, 10, 2812.
Solanto, M. V., Marks, D. J., Mitchell, K. J., Wasserstein, J., & Kofman, M. D. (2008). Development of a new psychosocial treatment for adult ADHD. Journal of Attention Disorders, 11(6), 728-736.
Storebø, O. J., Andersen, M. E., Skoog, M., Hansen, S. J., Simonsen, E., Pedersen, N., Tendal, B., Callesen, H. E., Faltinsen, E., & Gluud, C. (2019). Social skills training for attention deficit hyperactivity disorder (ADHD) in children aged 5 to 18 years. Cochrane Database of Systematic Reviews, (6).
UK, N. G. C. (2018). Attention deficit hyperactivity disorder: diagnosis and management.
Young, S., Adamo, N., Ásgeirsdóttir, B. B., Branney, P., Beckett, M., Colley, W., Cubbin, S., Deeley, Q., Farrag, E., Gudjonsson, G., Hill, P., Hollingdale, J., Kilic, O., Lloyd, T., Mason, P., Paliokosta, E., Perecherla, S., Sedgwick, J, Skirrow, C., Tierney, K., van Rensburg, T., & Woodhouse, E. (2020). Females with ADHD: An expert consensus statement taking a lifespan approach providing guidance for the identification and treatment of attention-deficit/hyperactivity disorder in girls and women. BMC psychiatry, 20(1), 1-27.
Weiss, M., Safren, S. A., Solanto, M. V., Hechtman, L., Rostain, A. L., Ramsay, J. R., & Murray, C. (2008). Research forum on psychological treatment of adults with ADHD. Journal of Attention Disorders, 11(6), 642-651.
Zhang, J., Díaz-Román, A., & Cortese, S. (2018). Meditation-based therapies for attention-deficit/hyperactivity disorder in children, adolescents and adults: a systematic review and meta-analysis. Evidence-Based Mental Health, 21(3), 87-94.
Ultima modifica: 10/09/2022, di Admin